Fàra

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In Sicilia, sin dai tempi immemori, esiste un sovrano assoluto che nessuna delle innumerevoli dominazioni che si sono succedute al potere nell’isola è riuscita a scacciare: il caldo. Nei mesi estivi il sole ed il vento del vicino deserto africano diventano talmente estremi da ubriacare gli uomini che si espongono al loro operato. Le città durante le ore centrali del giorno sembrano morte, prive di vita. L’uomo tuttavia ha sempre cercato di contrastare questo dominio ponendo dei rimedi che potessero offrire conforto agli eccessi del caldo opprimente. Gli architetti già nel settecento proponevano ai nobili la realizzazione delle leggendarie stanze dello scirocco, grotte sotterranee costruite in prossimità di una falda acquifera in cui rifugiarsi nelle ore più calde. Ma per la gente comune, costretta ad esporsi alle temperature torride ed alla “fàra”, termine dialettale che indica la calura delle ore più infuocate, esistono delle oasi in cui ristorarsi: i “cioschi” dell’acqua. Si tratta di piccoli esercizi commerciali, spesso al centro delle piazze, che servono bibite rinfrescanti a base di acqua frizzante, succo di limone, sciroppi, prevalentemente di agrumi e menta, con l’aggiunta del sale. Il settimo profumo creato da Antonio Alessandria per la collezione che porta il suo nome si chiama Fàra, come la calura che spinge gli uomini ad affrettarsi per trovare ristoro con una bibita al chiosco. Ma la sete è talmente forte da essere soddisfatta solo bevendo avidamente, quasi tutto d’un fiato. La bevanda fredda rinfresca il corpo internamente, ma scorre anche sulla pelle calda, dando ristoro anche esternamente. Il sole lascia evaporare la bevanda, che però prende nuova vita ed esala una sensualità silenziosa ed insinuante. L’odore degli agrumi, della menta e del sale si fonde con quello della pelle evocando atmosfere torride ed elegantemente torbide. Fàra si esprime su note di agrumi, in particolare limone, bergamotto e finger lime, alle quali la nota glaciale della menta piperita fa da contrappunto. Nel cuore un accenno di note fiorite, di petali di magnolia imperlati da gocce d’acqua, lascia sbocciare la nota sensuale del cumino. Nel fondo le note di legno di cedro evocano l’aridità della Sicilia in estate. Ma in maniera discreta e silenziosa si insinua una sottile nota di incenso che suggerisce il mistero di una terra deserta in cui la presenza umana è solo percepita. Infine note muschiate celebrano il matrimonio della bevanda con la pelle.

NOTE DI TESTA: Limone, bergamotto, menta speziata, lime;

NOTE DI CUORE: Magnolia, sale, note acquatiche, cumino;

NOTE DI FONDO: Cedro, incenso, muschio, ambra.

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